La trasferta per un tifoso è il momento
più eccitante, più il viaggio è lungo e più ci si diverte.
Purtroppo in Italia, chi ha deciso di non
sottoscrivere la “Tessera del Tifoso”, è impossibilitato a seguire liberamente
la propria squadra del cuore. La mia ultima trasferta al seguito del Cosenza
Calcio è datata 3 Aprile 2010. Quel giorno si giocava all’Adriatico di Pescara
e i Lupi persero per 3-1 ma questo è solo un dettaglio. A distanza di tre anni,
come un drogato in crisi d’astinenza, sentivo la necessita di mettermi in
viaggio al seguito di una squadra e così approfittando della vicinanza venerdì
scorso sono andato a vedere Dordrecht - Sparta Rotterdam. Ormai lo Sparta è
entrato di diritto nel mio lunghissimo elenco di “simpatizzanti”e dopo aver assistito a qualche match casalingo
ero curioso di seguirlo anche lontano
dall’ “Het Castel”. Ovviamente delle
questioni tecnico-tattiche non me ne puo fregar di meno anche se ho capito che
la Erstedivisie (la Serie B italiana) è una buona C2, così il mio interesse è
concentrato su altro: sull’organizzazione della trasferta, i biglietti, il modo
di tifare, ecc. ecc. Partiamo dal primo punto. L’allestimento della trasferta
dovrebbe essere organizzata all’unisono da società e tifoseria. Uso il
condizionale perchè le traduzioni di google translate non è che siano il
massimo. Con un pacchetto si acquista il biglietto dello stadio e il posto
sull’autobus, dovrebbe esserci anche l’opzione auto e FORSE anche la
possibilità di acquistare solo il
biglietto per la partita. Il condizionale è
sempre per lo stesso motivo. Il raduno per tutti è davanti lo stadio dello
Sparta e in attesa della partenza ci si beve una birra nel bar posto proprio
sotto la tribuna. Nel complesso ci sono tre autobus più alcune auto e, a
differenza dell’Italia partono persone di tutte le età, dal bambino al
pensionato (perchè qui esistono i pensionati). Con noi ci sono anche gli
steward ufficiali dello Sparta e un paio di poliziotti in borghese
(l’equivalente della Squadra Tifoserie della Digos). Il viaggio è molto veloce
e dopo circa una mezz’oretta siamo davanti l’ingresso del nostro settore. Si
entra uno alla volta, il biglietto viene strappato a mano e i controlli sono
molto soft. Lo stadio di Dordrecht è piccolissimo, quattro tribune per un
totale di circa 4000 spettatori. Le opposte tifoserie si mandano a quel paese
reciprocamente e l’unica cosa che comprendo è una canzone in inglese e il verso
della pecora per via dello stemma della squadra di casa. Lo Sparta chiude il
primo tempo in svantaggio ma per fortuna nel secondo riesce a ribaltare il
risultato. Sinceramente il tifo dello Sparta, guidato dagli “Spangenaren”,
nelle precedenti occasioni mi ha un pò deluso ma finalmente venerdì scorso mi
ha fatto divertire. Tifo costante e battimani senza mai fermarsi. Non capivo
una parola ma è stato puro divertimento. Nell’intervallo ho scambiato qualche
parola con uno di loro e nel mio inglese alla “My name is Tanino” mi sono comunque
fatto capire. La nota più brutta ma forse anche quella più curiosa è stata nel
viaggio di ritorno. Sono capitato nell’ultima fila ed eravamo solo in tre persone,
io in mezzo e due ai miei lati. Hanno parlato continuamente e sicuramente mi
avranno fatto qualche domanda o mi avranno detto qualcosa. Il succo è che non
ho capito una mazza se non che uno di
loro è tifoso dello St. Pauli….veste sempre con felpa e cappello della squadra
tedesca.
Probabilmente venerdi 19 andrò anche ad
Helmond, cittadina vicino Eindhoven a un’ora e mezza da Rotterdam e speriamo di
portare a casa altri tre punti.
Stefano
Stefano
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